Ero su un albero altissimo
con la primissima carezza del sole
Così sentivo i movimenti del pianeta
riuscivo a percepire lo spostamento delle placche terrestri
così come fa il mio sangue ogni volta che si rifugia nel mio cuore.
Ero su un albero altissimo
e le sue radici si staccarono dal terreno in un rumoraccio improvviso.
ma subito implose nella quiete
nel fruscio del vento tra la fronda del mio ramo.
Tutto fu sospeso mentre nelle orecchie si ovattava il vuoto
l’albero saliva così di fretta che superata la prima porta del cielo
sono riuscito a scorgere il cappello del temporale della notte.
Quello saliva saliva saliva
forse non sa che oltre l’atmosfera non so volare – dicevo tra me.
Il gelo del proto-spazio congelò le sue foglie
nell’istante in cui arrivai a toccare il buio
e il buio mi fece l’anima di acqua e deflagrai in una polvere di brina.
Ero su un albero altissimo
che mi ha insegnato la notte.
Ero su un albero altissimo
volevo solo asciugarmi un po’ dopo il temporale
ma la notte è una madre spietata
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