Ben oltre le tue risate
Non capivo Venezia,
erano giorni inquieti,
tu dormivi in un letto che,
di me,
aveva solo l’odore.
Io non c’ero,
per davvero.
Io non c’ero
perché cominciai a roteare nella stanza
di quell’hotel di Mestre.
Guardavo dall’alto la tua esse,
i tornanti pericolosi
dei tuoi fianchi,
che già sapevo
di doverci morire.
Allora cominciai a roteare nella stanza
di quell’hotel di Mestre.
La mattina tu guardasti quell’enorme palloncino
a forma di cane,
come quelli che fanno i clown per le strade.
E io ti spiegai che era un’opera di Koons,
che significava ben oltre le tue risate.
Allora cominciai a roteare nella stanza
di quell’hotel di Mestre
e la finestra era aperta
e sono andato a cavalcare l’opera di Koons.
Quando sono tornato tu abbracciavi il mio odore,
ché solo quello mi era rimasto
da poterti concedere.