Commettendo un delitto

La casa bisogna che sia profumata
altrimenti la notte
non ci riesci a dormire.
Intanto
dall’altra parte del mondo
starà albeggiando
e chissà a quale distanza
qualcuno
sta commettendo un delitto;
perché certamente
qualcuno
sta commettendo un delitto
oppure solamente
non sta sopravvivendo
a una notte senza luna.

La notte di S. Lorenzo

Questa comoda calma
questo silenzio morbido
che incalza nell’ultimo pomeriggio
quando attracca
sulle rive della consapevolezza
la malinconia liquida della sera
 
questa luce buia
questo frusciare di anime
nel sole che rimuore
quando tutti i cieli si spengono
e sulle spalle bussa il richiamo del riposo
il riscatto chiesto agli insonni
 
questa luna profumata
questo nero coriandolare di stelle
che si bagnano negli sguardi
supplicati di chi ha il talento della fede
meravigliati di chi cerca l’abisso
magnificati di chi aspetta
che le costellazioni cambino
che comincino a brillare al contrario
così da invertire la rotta
di una barca
che si è allontanata troppo
e troppo presto.

Madre notte

Esausta la notte
si concesse
malamente
senza brillare
 
le guardai la sottana
e scoprii le sue lentiggini
bianche come il nulla
sante come le cose perdute
 
Prova a spiegarmi
notte
perché non somigli mai
al sonno che vorrei?
 
 
***
 
 
uomini
cercate
sempre
il buio
 
in tutto
ovunque
bramate
compassione
 
mai
per
gli
altri
 
sempre
e solo
per voi
stessi
 
 
***
 
 
La notte severa
si coricò sull’orizzonte
si confuse con le navi mercantili
e si bagnò di Sole
 
l’aspettai
per qualche ora
al confine
delle montagne
 
proprio quando
cominciai a sentire
il suo profumo
la coscienza m’abbandonò
 
aveva da baciare
altre anime terrestri
e lo fece
senza di me.

L’impronta delle sue labbra sul bicchiere

la verità è che non guardavo le sue mani
guardavo l’impronta delle sue labbra sul bicchiere
 
se non sai ascoltarmi
– diceva –
non fingere di saperlo fare
 
ma io l’ascoltavo
 
angeli della vite
diteglielo voi
che sapete ascoltarmi
mentre ascolto
e annego dentro alla ferita
in fondo al ventre della notte
angeli del luppolo
anche voi
testimoniate
voi che sapete
che nel sogno vi concedete
 
così come gli angeli del distillo
pure loro
lo sanno
come profuma il suo nome
 
diteglielo voi
io non conosco un porto sicuro
nel quale far riposare
la mia flotta sconfitta.

Ben oltre le tue risate

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Non capivo Venezia,

erano giorni inquieti,

tu dormivi in un letto che,

di me,

aveva solo l’odore.

Io non c’ero,

per davvero.

Io non c’ero

perché cominciai a roteare nella stanza

di quell’hotel di Mestre.

Guardavo dall’alto la tua esse,

i tornanti pericolosi

dei tuoi fianchi,

che già sapevo

di doverci morire.

Allora cominciai a roteare nella stanza

di quell’hotel di Mestre.

La mattina tu guardasti quell’enorme palloncino

a forma di cane,

come quelli che fanno i clown per le strade.

E io ti spiegai che era un’opera di Koons,

che significava ben oltre le tue risate.

Allora cominciai a roteare nella stanza

di quell’hotel di Mestre

e la finestra era aperta

e sono andato a cavalcare l’opera di Koons.

Quando sono tornato tu abbracciavi il mio odore,

ché solo quello mi era rimasto

da poterti concedere.