Le parole che avevo messo da parte per te

Lo vedi?

Il cesto di paglia

con le parole che avevo messo da parte per te

se n’è andato per terra.

Sono inciampato

sul tuo silenzio

e il cesto di paglia

con le parole che avevo messo da parte per te

s’è schiantato a terra.

 

Ora,

stanotte ha piovuto molto,

il marciapiede fradicio

ha reso le parole

irriconoscibili.

Si sono unite,

bagnate com’erano,

in una poltiglia di sillabe,

accenti,

punti,

virgole,

parentesi,

vocali,

consonanti

e maiuscole.

 

Ho raccolto

quello che c’era da raccogliere.

Sono tornato indietro,

ho aperto casa,

poggiato la palla di parole,

il cesto

e le mie intenzioni

sul tavolo della cucina.

Poi mi sono accucciato sul tappeto

accanto al tavolo della cucina,

come faceva il segugio

che è il tuo sesto senso,

quando mi dicevi

che t’avrei lasciata

perché io sto bene

solo da solo.

E io ti rispondevo che no,

che dici,

ma dai.

 

Lì mi sono addormentato,

sul tappeto accanto al tavolo della cucina,

mentre gocciolava sulla mia faccia

il sidro

delle parole che avevo messo da parte per te.

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